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Bibliografia

Matematica in pratica per bambini con autismo
Matematica in pratica per bambini con autismo
Bibliografia

Autore: Jo Adkins, Sue Larkey
Anno: 2015
Isbn: 978-8859008033
Editore: Erickson

Quello secondo cui tutti i bambini con disturbo dello spettro autistico sarebbero bravi in matematica è un mito: la matematica, esattamente come la lettura o l’ortografia, è una competenza che va insegnata. Molti, infatti, sembrano completamente disorientati dai numeri, e anche il talento speciale per i calcoli, che alcuni di loro in effetti mostrano, può impiegare anni per emergere. Qualsiasi siano le abilità individuali di questi bambini, è fondamentale che essi acquisiscano le competenze matematiche base, ma per farlo in modo efficace la didattica utilizzata deve basarsi su una conoscenza accurata dei profili di apprendimento associati all’autismo. Per questo “Matematica in pratica per bambini con autismo” propone un programma pratico e di successo, che riesce a rendere i numeri divertenti e funzionali, fornendo le basi necessarie per l’apprendimento della matematica e adattando gli interventi e le strategie alle preferenze e agli interessi speciali del singolo bambino. Strutturato secondo un criterio di difficoltà crescente, il programma – da adottare sia a casa che a scuola – si articola nelle seguenti aree: colori, forme, classificazioni in categorie, numerali, sequenze e ordinali, numeri, addizione visiva, confronto di attributi di grandezza, concetti topologici, uso del denaro. Presentazione di Tony Attwood.

Autismo
Autismo. La conoscenza del problema
Bibliografia

Autore: Simon Baron Cohen, Patrick Bolton
Anno: 1998
Isbn: 978-88-867-3268-0
Editore: Il Minotauro

Quali sono le cause dell’autismo? E’ un disturbo dovuto a predisposizione familiare? Quali indirizzi educativi conviene seguire? Il volume vuole fornire un mezzo per mettere ordine fra i molteplici dati scientifici e per stabilire quali sono i “fatti” dell’autismo.

L' autismo e la lettura della mente
L' autismo e la lettura della mente
Bibliografia

Autore: Baron Cohen Simon
Anno: 1997
Isbn: 88-340-1241-0
Editore: Casa Editrice Astrolabio

Che tutti noi di continuo attribuiamo a noi stessi e ai nostri simili degli stati mentali (per esempio, se diciamo che “Giulia è triste”, o che “papà è terribilmente arrabbiato”, tutti capiscono ciò che intendiamo dire), è una cosa così naturale e normale che è rimasta invisibile alla scienza psicologica per decine d’anni. Ogni individuo sano possiede la capacità di interpretare il comportamento altrui in termini di stati mentali, cioè possiede una teoria della mente, perché, per i nostri progenitori del Pleistocene, membri di una specie intensamente sociale, collaborativa e competitiva, saper indovinare prima e meglio le intenzioni di altri esseri umani, ma anche di altri predatori, costituiva un vantaggio considerevole nella lotta per la sopravvivenza. Come dice Baron-Cohen, ai nostri antenati era molto utile saper “leggere la mente” dei loro simil. Questa capacità, collegata strettamente col cosiddetto linguaggio degli occhi, sarebbe dunque uno dei motivi del successo evolutivo della specie umana, e secondo l’autore verrebbe appresa rapidamente dal bambino normale. Purtroppo, però, qualcosa può andare storto nel bambino autistico, che soffre, secondo Baron-Cohen, di una sorta di “cecità mentale”, cioè di una carenza nel meccanismo neurocognitivo che permette di leggere la mente; e i risultati sono tragici, perché per essere che si sono evoluti per vivere in stretto intreccio con le menti della madre, del padre, degli amici e dei compagni, essere cieche all’esistenza della mente altrui rappresenta ovviamente una perdita catastrofica. La vita senza saper leggere la mente ha un sapore forse ancora più amaro di una vita senza vista, udito, o senza la capacità di parlare. Scegliendo un taglio discorsivo e aderente alla realtà viva, l’autore indaga come sia possibile che il linguaggio degli occhi, frutto dell’evoluzione, universale e intellegibile a tutti i membri della nostra specie, possa portare due menti distine a comprendere le loro intenzioni reciproche. Egli però non si limita a illustrare i propri brillanti esperimenti cognitivi e i risultati della ricerca neuroscientifica, ma intreccia in un unico arazzo scienza cognitiva, psicologia dello sviluppo, primatologia, filosofia, neuroscienza cognitiva, biologia evoluzionistica, antropologia, ecologia comportamentale e letteratura, dando così la prima dimostrazione scientifica del meccanismo mentale con cui parliamo e comprendiamo il linguaggio degli occhi.

Matematica in pratica per bambini con autismo
Matematica in pratica per bambini con autismo
Bibliografia

Autore: Jo Adkins, Sue Larkey
Anno: 2015
Isbn: 978-8859008033
Editore: Erickson

Quello secondo cui tutti i bambini con disturbo dello spettro autistico sarebbero bravi in matematica è un mito: la matematica, esattamente come la lettura o l’ortografia, è una competenza che va insegnata. Molti, infatti, sembrano completamente disorientati dai numeri, e anche il talento speciale per i calcoli, che alcuni di loro in effetti mostrano, può impiegare anni per emergere. Qualsiasi siano le abilità individuali di questi bambini, è fondamentale che essi acquisiscano le competenze matematiche base, ma per farlo in modo efficace la didattica utilizzata deve basarsi su una conoscenza accurata dei profili di apprendimento associati all’autismo. Per questo “Matematica in pratica per bambini con autismo” propone un programma pratico e di successo, che riesce a rendere i numeri divertenti e funzionali, fornendo le basi necessarie per l’apprendimento della matematica e adattando gli interventi e le strategie alle preferenze e agli interessi speciali del singolo bambino. Strutturato secondo un criterio di difficoltà crescente, il programma – da adottare sia a casa che a scuola – si articola nelle seguenti aree: colori, forme, classificazioni in categorie, numerali, sequenze e ordinali, numeri, addizione visiva, confronto di attributi di grandezza, concetti topologici, uso del denaro. Presentazione di Tony Attwood.

Autismo
Autismo. La conoscenza del problema
Bibliografia

Autore: Simon Baron Cohen, Patrick Bolton
Anno: 1998
Isbn: 978-88-867-3268-0
Editore: Il Minotauro

Quali sono le cause dell’autismo? E’ un disturbo dovuto a predisposizione familiare? Quali indirizzi educativi conviene seguire? Il volume vuole fornire un mezzo per mettere ordine fra i molteplici dati scientifici e per stabilire quali sono i “fatti” dell’autismo.

L' autismo e la lettura della mente
L' autismo e la lettura della mente
Bibliografia

Autore: Baron Cohen Simon
Anno: 1997
Isbn: 88-340-1241-0
Editore: Casa Editrice Astrolabio

Che tutti noi di continuo attribuiamo a noi stessi e ai nostri simili degli stati mentali (per esempio, se diciamo che “Giulia è triste”, o che “papà è terribilmente arrabbiato”, tutti capiscono ciò che intendiamo dire), è una cosa così naturale e normale che è rimasta invisibile alla scienza psicologica per decine d’anni. Ogni individuo sano possiede la capacità di interpretare il comportamento altrui in termini di stati mentali, cioè possiede una teoria della mente, perché, per i nostri progenitori del Pleistocene, membri di una specie intensamente sociale, collaborativa e competitiva, saper indovinare prima e meglio le intenzioni di altri esseri umani, ma anche di altri predatori, costituiva un vantaggio considerevole nella lotta per la sopravvivenza. Come dice Baron-Cohen, ai nostri antenati era molto utile saper “leggere la mente” dei loro simil. Questa capacità, collegata strettamente col cosiddetto linguaggio degli occhi, sarebbe dunque uno dei motivi del successo evolutivo della specie umana, e secondo l’autore verrebbe appresa rapidamente dal bambino normale. Purtroppo, però, qualcosa può andare storto nel bambino autistico, che soffre, secondo Baron-Cohen, di una sorta di “cecità mentale”, cioè di una carenza nel meccanismo neurocognitivo che permette di leggere la mente; e i risultati sono tragici, perché per essere che si sono evoluti per vivere in stretto intreccio con le menti della madre, del padre, degli amici e dei compagni, essere cieche all’esistenza della mente altrui rappresenta ovviamente una perdita catastrofica. La vita senza saper leggere la mente ha un sapore forse ancora più amaro di una vita senza vista, udito, o senza la capacità di parlare. Scegliendo un taglio discorsivo e aderente alla realtà viva, l’autore indaga come sia possibile che il linguaggio degli occhi, frutto dell’evoluzione, universale e intellegibile a tutti i membri della nostra specie, possa portare due menti distine a comprendere le loro intenzioni reciproche. Egli però non si limita a illustrare i propri brillanti esperimenti cognitivi e i risultati della ricerca neuroscientifica, ma intreccia in un unico arazzo scienza cognitiva, psicologia dello sviluppo, primatologia, filosofia, neuroscienza cognitiva, biologia evoluzionistica, antropologia, ecologia comportamentale e letteratura, dando così la prima dimostrazione scientifica del meccanismo mentale con cui parliamo e comprendiamo il linguaggio degli occhi.

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